Com’è fatto un telescopio

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

L’analisi nel dettaglio dei componenti primari alla base di un telescopio, può aiutare a farsi un’idea più chiara e completa su questo straordinario strumento.

 

Per chi vuole tuffarsi realmente alla scoperta di un dispositivo come il telescopio, abbiamo preparato una guida che analizza nel dettaglio ogni singolo componente, così da restituire un quadro ampio e diversificato.

 

Ottica

Con questo termine si fa riferimento al tipo di elemento che permette la cattura e il passaggio della luce. Può essere una lente nel caso dei telescopi rifrattori oppure uno specchio se invece stiamo parlando di modelli riflettori.

Parlando della prima tipologia si sfruttano una serie di lenti, riuscendo così ad avere delle immagini estremamente nitide, motivo per cui si predilige l’uso di questi telescopi per l’osservazione dei pianeti. Il lato negativo è che la grandezza e il costo di questi oggetti li rende poco accessibili agli amatori o a chi non vuole investire una cifra esagerata per l’acquisto di un telescopio venduto on line (ecco la lista dei migliori prodotti).

Gli specchi invece caratterizzano la seconda categoria di telescopi. Questi vengono chiamati comunemente Newtoniani e sono strutturati con due specchi, quello primario in posizione parabolica e quella secondario in posizione piana. Dove il primo specchio si occupa di raccogliere e catturare la luce proveniente dal corpo osservato, il secondo specchio, rende accessibile il piano focale e dunque l’immagine all’osservatore. Diversi sono i materiali che vanno a comporre questo specchio e, in particolare, il valore da tenere d’occhio è quello legato al coefficiente di dilatazione.

 

 

Oculare

Con questo termine si va a indicare una o più lenti che servono da collegamento tra l’occhio dell’osservatore e il dispositivo di cattura delle immagini. Il loro compito è quello di ingrandire le immagini, fungendo quasi da microscopio che amplia e allarga la nostra visione. Il fatto di essere composti da un numero variabili di lenti e di funzionare in un sistema più ampio, rende la qualità di questo componente centrale per ridurre al minimo problemi come la rifrazione.

 

Tubo ottico

Comprende sia l’insieme delle ottiche che trovano posto all’interno del tubo, sia il sostegno meccanico delle diverse parti. È costituito da uno specchio primario che ha il compito di raccogliere la luce e rifletterla allo specchio secondario. La sua collocazione è nella zona posteriore del tubo.

Lo specchio secondario di cui abbiamo accennato poc’anzi si trova invece nella zona anteriore del tuo ottico, raccoglie la luce proveniente dal primario e la riflette in direzione dell’oculare. Uno spazio del tubo è poi dedicato al posizionamento di altre ottiche o strumenti accessori.

 

Cercatore

Si identifica con questo nome un secondo telescopio rifrattore, collegato al suo fratello maggiore e il cui compito risiede nella migliore individuazione di un corpo celeste. La grandezza del campo visivo che lo caratterizza, insieme a un basso indice di ingrandimento favoriscono uno sguardo d’insieme molto utile per orientarsi e puntare al meglio l’oggetto desiderato.

 

Lente di Barlow

Tra gli accessori che si possono posizionare su un telescopio, la lente di Barlow occupa un posto speciale. È un moltiplicatore di focale che prende il nome dall’inventore inglese Peter Barlow. Una volta collocata sul dispositivo consente di aumentare il fattore di ingrandimento.

In diversi modelli si compone di un insieme di lenti, utili anche a ridurre sensibilmente il fattore di aberrazione.

 

 

Altri accessori

Per chi poi desidera migliorare e variare anche il tipo di visualizzazione, la scelta di un filtro risolve diverse problematiche. Da una parte infatti queste lastre colorate, composte di pasta di vetro o in gelatine, permettono di diminuire e bloccare il passaggio dei raggi ultravioletti e a infrarossi, così che la luminosità del sole risulti attenuata.

Per l’osservazione della Luna è consigliato un filtro di colore verde, mentre i filtri rosso e arancione trovano un’ottima applicazione con pianeti come Marte. Altri pianeti come Venere, Saturno e Giove prediligono poi l’uso di un filtro blu.

Un ulteriore strumento utile specialmente per seguire il nostro obiettivo è rappresentato dalla montatura. In pratica si tratta di un treppiede motorizzato, il cui scopo è seguire e puntare l’oggetto nel suo movimento apparente lungo la volta celeste.

Abbiamo da un lato una montatura di tipo azimutale in cui lo spostamento segue principalmente i due assi, con un passaggio dall’alto verso il basso e uno da sinistra verso destra e dall’altro poi troviamo le montature di tipo equatoriali. Questa tipologia consente di far muovere il telescopio intorno a un asse che corrisponde a quello di rotazione del cielo, con una precisione che non ha eguali.

 

 

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